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Recensione di Giovanni Gavazzeni su “Il Venerdì” di Repubblica del volume di Luigi Garbini su Lorenzo Perosi

Di seguito la trascrizione dell’articolo originale di Giovanni Gavazzeni apparso su “Il Venerdì” di Repubblica in data 29 luglio 2022.

PERCHÈ DOBBIAMO RECUPERARE IL “PRETINO” PEROSI

Chi di noi può dire di conoscere la musica di don Lorenzo Perosi (1872-1956)? 

SI poneva la domanda un cattolico nemico giurato dei luoghi comuni, Fedele d’Ami­co, quando ancora l’eco del successo straordinario goduto dagli oratori perosiani a cavallo fra Otto e No­vecento non era spento del tutto. Passate le soglie del nuovo millennio quel nome è tornato sconosciuto Carneade ai tanti Don Abbondio dei nostri tempi. Non per Luigi Garbini, autore di un saggio-guida, esempla­re per asciuttezza e oggettività nel comprendere le ragioni storico-filosofico-teologiche del “fenomemo” Perosi, passato da una gloria incredibile (testimone l’ammirazione di grandi musicisti e critici: Toscanini, Boito, Mascagni, Puccini, Giordano, Massenet, Rol­land, Gullmant, Elgar) alla liquidazione come esponen­te di un “verismo” olezzante sacrestia. 

Sparute riproposte rimanevano circoscritte alla buona volontà ecclesiastica. Garbini descrive i “malintesi” su Perosi con l’esattezza di un astro­nomo che narra la parabola di una cometa, quella del pretino piemonte­se apparso a una Chiesa arroccata contro la minaccia del “modernismo” nel cielo di un’Italia unita dal diffuso anticlericalismo. Dopo la sua lettura si capisce che non sono più episodi isolati la comparsa del gregoriano in apertura del Te Deum di Verdi o nella grande scena sacro-erotica (sempre un Te Deum) che chiude il primo atto di Tosca. Fanno parte di un movimen­to la cui scomparsa risiede anche nella mutazione del gusto, ma a cui non è estraneo un fattore mortale per qualunque re­cupero: la pigrizia dei cosiddetti organizzatori musica­li nostrani. Letto Garbini, non rimane che risentire al­cune delle opere reperibili sulla rete: Il Natale del Re­dentore, il Transitus animae, La resurrezione di Lazza­ro. Se Perosi è stato un fenomeno di Italico cattolicesimo sine macula, come affermava Alberto Savinioo, il suo spirito inquieto ha ancora qualcosa da dire alle nostre magnifiche sorti e progressive.”

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